“Come fa a esistere un palazzo così grande? Come fanno a vivere tutte queste persone insieme?“. Se lo chiedono in tanti, quando pensano all’Hotel House, quando guardano l’Hotel House. Se lo chiedono quelli che ci vanno a vivere da bambini, com’è successo a Yasin, 18 anni, bangladese, iscritto al quarto anno dell’Itis di Recanati. Lui ci abita all’Hotel House, 16 piani, duemila residenti ufficiali di 40 nazioni diverse. Con lui ci abitano altri 438 adolescenti. E tra loro Yasin Kaher, Anta Diop, Alamin Madber, Naven Chowdhury, Ferdaus Rashid, Shah Zib, Zamir Veselj sono i giovanissimi protagonisti – tutti dai 15 ai 19 anni – di Homeward Bound. Sulla strada di casa: un film ambientato soprattutto all’Hotel House, girato dall’antropologo recanatese Giorgio Cingolani e dal docente civitanovese Claudio Gaetani.
La notizia di oggi è che il 21 aprile alle 21 – in replica alla stessa ora il 23- le domande che si fa Yasin le ascolteranno, all’inizio della pellicola (1h36′ di pura fiction, ancorata però alla realtà del palazzone), gli spettatori del Crossing Europe Film Festival di Linz, in Austria. Una rassegna che dal 2004 fa perno sulle realtà sociali e politiche europee e che ha mandato in giro per il mondo film come Pranzo di Ferragosto, Videocracy e Reality di Matteo Garrone (sì, quello di Gomorra). Dopo le proiezioni di Linz il film sarà in qualche sala marchigiana (vi terremo informati). E poi forse verranno altri festival, ma prima ancora una proiezione a inviti nel mese di maggio. Homeward Bound è patrocinato da Amnesty International, Università di Macerata, CGIL Macerata, Ombudsman delle Marche, Anolf-Cisl, Galizio Torresi, Commissione Pari Opportunità, Comune di Porto Recanati. I finanziamenti, finora, vengono da Torresi, Anolf, CGIL e in piccola parte dal crowdfunding fatto in rete.
Amore, gelosia, spaccio, lavoro, gazzarre. La fatica di essere riconosciuti, apprezzati, considerati. Ma anche la gioia di vivere una dimensione di amicizia quasi unica al mondo, nel quartiere più multietnico d’Italia, sono i temi del film. Un esperimento, quello di Homeward Bound, che riflette su quale debba e possa essere “la strada di casa” per questi adolescenti, che hanno recitato alla parrocchia dei Salesiani, alla palestra di boxe del complesso Diaz, alla scuola Enrico Medi, al capannone Nervi, intorno al Kursaal, sul lungomare, in spiaggia, sugli scogli davanti al Gambrinus, in mezzo ai fuochi in spiaggia a Ferragosto 2015. E poi sulla foce del Potenza, dove Shah Zib pesca con la rete, a Pescara, dove Zamir vende la sua merce in spiaggia, al Mania on the beach di Porto Potenza, dove pure il buttafuori si è prestato per girare una scena.
Chiaramente c’è dentro tantissimo Hotel House, in HB: dai sotterranei alla terrazza, dove è stata girata la scena madre di Naven che cade giù, tra metafora e sogno di un precipitare esistenziale. Spettacolose, mozzafiato le riprese dell’House fatte col drone di Germano Marsili, della 2GM di Porto Sant’Elpidio. Nel film tutti gli attori sono non professionisti, tranne Oscar Genovese. Le musiche sono di Mauro Rosati, ma una canzone, Sans toi, l’ha ceduta gratuitamente un artista canadese, Johnny Ripper. Nel cast decine di attori e comparse italiane e straniere, inclusi la cantante jesina Cristina Aurelia Popa e Didar Islam.
Per Porto Recanati si tratta con tutta probabilità di una sensazionale “prima volta” cinematografica, almeno per una fiction, almeno a questo livello. E che prima volta: quel giovedì e quel sabato, mentre svizzeri, azeri, cechi, tedeschi, inglesi, olandesi e austriaci si accomoderanno “in seconda fila”, cioè nella programmazione pomeridiana, o a notte fatta, le Marche andranno in scena alle 21, in primissima serata, praticamente la “pole position” di tutti i festival di questo mondo.
Merito di Cingolani, che ha pensato il soggetto e guidato gli attori, e di Gaetani, docente di Cinema all’Università di Macerata, che gli ha dato la giusta caratura. Merito dei protagonisti, che partendo dal laboratorio di cinema tenuto da Cingolani proprio all’Hotel House – ma aperto a tutta la cittadinanza – hanno costruito coi registi i loro personaggi. Calchi pressoché fedeli della loro esperienza di vita. Quella di bambini venuti in Italia senza volerlo, catapultati in una realtà sociale precaria e insieme radicata. Quella di un ghetto staccato dal centro storico della città da mille fattori materiali, sociali e delinquenziali, com’è arcinoto. Luogo di spaccio, terrorismo, degrado, contraffazione. Pascolo di politicanti spendaccioni e parolai, polarizzatore di sprechi, inganni, demagogie, razzismi, benaltrismi. Tutto questo è l’Hotel House, mentre questi ragazzi crescono senza sapere quanto sentirsi italiani, quanto stranieri, quanto accettati, quanto accettarsi.
La vulgata dice che l’House è un fortino stile Le Vele di Scampia. Un bunker di malaffare impenetrabile se non a rischio della pelle e del portafogli. Noi di Marchebbello vi consigliamo di andarci, magari in compagnia se vi sentite più sicuri, un pomeriggio di questi, dopo le 16. Di andare al piano terra, a sinistra della portineria, e di entrare nelle sale del doposcuola, dove trentine di bimbi, ragazzini, teenager stanno coi ragazzi dele cooperative La Tenda e Il Faro. Guardate i banchi divorati dai tarli e le loro facce che scoppiano di allegria e voglia di stare insieme. E pensate che, nonostante decenni di tasse versate da papà e mamme operai, camerieri, pizzaioli, guardiani, inservienti delle pulizie, non c’è un marciapiede che colleghi il palazzone a via della Repubblica: la strada da casa a scuola, per 700 metri, i figli delle famiglie più povere dell’House, che non si possono pagare il pulmino, se la fanno in mezzo alla carreggiata. Ma a Linz i ragazzi dell’House sono arrivati lo stesso. Con la loro voglia di vivere.
Un bellissimo pezzo che riflette davvero questi anni di lavoro e di crescita dei ragazzi, ma anche di chi ha collaborato al progetto. Grazie.
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Grazie Maria Elena, e grazie a chi ha realizzato il film.
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Fate sapere quando si potrà vedere qui vicino a Porto Recanati
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Noi stiamo con le orecchie tese, Lisa! Non mancheremo!
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Sono sempre andata e vado all’H.H. e mi sento come se fossi in una grande famiglia. 🙂 Quanta arroganza e ignoranza… Grazie per questa iniziativa vi auguro tutto il meglio, di cuore. Fateci sapere per la proiezione a P.R.
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